Mentre si avvicina la data per il saldo dell'IMU, ossia il 16 dicembre 2015, si continua ancora a parlare della cosiddetta "mini-IMU" che nel gennaio scorso aveva costretto molti contribuenti a versare un conguaglio aggiuntivo, dovuto al tardivo aumento delle aliquote da parte dei Comuni.
Il problema nasce dal fatto che la legge di stabilità 2016 ha previsto inizialmente una "sanatoria" per i Comuni che hanno aumentato le aliquote rispetto al 2014 con delibere emanate in ritardo, ossia dopo il 30 luglio 2015.
La legge prevede che, in questo caso, il saldo vada calcolato con le vecchie aliquote 2014 ma, con la "sanatoria", l'aumento sarebbe stato valido retroattivamente a partire dal 1° gennaio 2016 (data di entrata in vigore della legge di stabilità), ossia dopo che il saldo di dicembre, calcolato con le aliquote più basse, è stato ormai già versato.
Ecco perché in tal caso sarebbe necessario un ulteriore conguaglio che scatterebbe dall'entrata in vigore della legge di stabilità.
Fortunatamente sembra che si stia tentando di evitare il problema.
E' di questi giorni infatti la notizia che un emenedamento alla legge di stabilità, approvato in commissione bilancio, avrebbe messo un freno alla prevista sanatoria e che pertanto, dal 1° gennaio 2016, le delibere dei comuni "ritardatari" non possono più essere considerate valide ai fini del calcolo IMU per il 2015.
Se questo emendamento sarà confermato e approvato nella stesura definitiva della legge di stabilità, almeno per quest'anno, sembra scongiurato il rischio di una nuova "mini-imu".
Ricordiamo infine che, oltre alla TASI, l'IMU va versata non solo per le "seconde case" ma anche per le abitazioni principali "di lusso", ossia apaprtenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Le regole per il calcolo sono le stesse del 2014.
L'unica cosa che può essere cambiata è l'aliquota ma, come detto, solo se delberata dal Comune in tempo utile, ossia fino al 30 luglio.